Damasco

DamascoLa rete di aromi e colori provenienti dei numerosi cumuli di spezie, noci, alimenti essiccati, dolciumi, cioccolatini, saponi di Aleppo, henné e tamarindi aveva ravvivato i suoi sensi, riportandole alla mente una marea di ricordi.

Damasco 1926, all’indomani della visita del fratello Teta si accinge a partire per ‘Arrabeh, nella speranza di poter dare un ultimo saluto alla madre malata. E’ la prima volta, dopo trentanni che Teta ritorna al villaggio. Un viaggio di ritorno e un viaggio di non ritorno: nulla sarà uguale a prima al suo rientro a Damasco. Il tradimento del marito Jiddo cambierà completamente gli equilibri all’interno della principesca dimora di Damasco. Con maestria, eleganza e ironia Suad Amiry ci conduce nei cortili e nelle stanze della numerosa famiglia Baroudi, dove il lettore assiste ai fastosi pranzi del Venerdì, alla rivalità tra i figli maschi e al legame indissolubile che lega le donne della famiglia Baroudi, madri, figlie e zie. Tra Damasco, Gerusalemme,Beirut, Amman e Doha si snoda la storia della famiglia Baroudi che attraversa, oltre alle geografie, la storia del Medio Oriente. Memorabili le figuri femminili del romanzo, donne di grande passione, fermezza e ironia. Una storia che, tra realtà e finzione, racconta di un mondo ormai scomparso, sostituito dalle immagini che giungono a noi dalla Siria: un paese dilaniato dalla guerra e dal fanatismo. Una storia che rende i profughi di oggi persone e  storie di vita, perchè Damasco è, la storia che ci racconta Suad Amiry.

D’un tratto fu il CAOS.
E dopo il caos scese il silenzio.
un silenzio durato cinquant’anni.
Ancora oggi, nessuno sembra sapere che cosa sia realmente successo il giorno che il campanello suonò.
Se davvero suonò.

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