E’ tempo di ricominciare

Settembre 1949.
Si potrebbe credere che, di ritorno dalla Russia, Rudi ripensasse al settembre 1940, quando era tornato a casa dopo essere stato rilasciato dal campo di concentramento di Stutthof, nei pressi di Danzica. Invece no. Pensava a cose più immediate, per esempio alla possibilità di di lavarsi nel campo reduci di Gronenfeld e alla disinfestazione a cui lo avrebbero sottoposto e a quando avrebbe potuto cambiare in  marchi i rubli che aveva in tasca. E poi pensava a Kathe.

Amburgo 1949, la guerra è finita, ma la città conserva ancora tutte le voragini del secondo conflitto mondiale. Tra le ricostruzioni degli edifici si costruiscono anche le vite di un’intera città e di generazioni, ognuno a modo proprio. Kathe si esilia in una baracca a respirare l’incertezza della sorte di Rudi, Henny ha accettato di sposare Theo. Lina e Louise aprono una libreria, Ida è sempre continuamente insoddisfatta di tutto, mentre la figlia Florentine inizia a muovere i primi passi nel mondo della moda.  Klaus dichiara la propria omesessualità alla famiglia e decide di iniziare a vivere con Alex Kortenbach. L’anziana Guste continua ad affittare le camere della sua grande case. Vite che si intrecciano, legami che si spezzano e altri che nascono, ragazzi e ragazze che diventano uomini e donne, che attraversano la città e la storia della Germania del dopo guerra, mentre la maggior parte finge che il nazismo sia stato altrove e che loro erano ignari di quanto accadeva. Pochi gli sguardi lucidi sulla grande distruzione morale e fisica del nazismo, gli unici sono quelli dei sopravvissuti.  Interessante e superficiale secondo capitolo, dopo Figlie di una nuova era, della trilogia che racconta la vita di quattro amiche nella Germania del Novecento. A modo suo l’autrice affronta il revisionismo storico nei confronti del nazismo, con l’indifferenza dei più riguardo al passato  nazista.

Luglio 1953
Il 17 luglio. I disordini andavano avanti già da quattro giorni. Le scene di distruzione non gli erano nuove. Gli scontri per strada, i carrarmati, eppure quegli eventi gli sembravano lontanissimi da lui. Questo  finché non aveva letto i nomi dei caduti. Solo a Berlino Est erano morti in quattordici. Tra questi ragazzi e insegnanti.

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