Ferrante Fever

Comincia dall’America il viaggio di Ferrante Fever, il documentario di Giacomo Durzi su Elena Ferrante, sicuramente il fenomeno editoriale più curioso e importante degli ultimi anni. Comincia da lì perché è negli States che il successo dell’autrice italiana è definitivamente esploso grazie alla traduzione, per mano di  Anne Goldstein, della tetralogia di L’amica geniale. Un corpus di romanzi che ha appassionato tutti a partire da Hillary Clinton, che in un podcast del 2013, in piena campagna presidenziale, raccontava di quanto quei libri fossero ipnotici. Una vera esperienza emotiva, più che una semplice lettura.

La ricerca di Durzi, che ha scritto il docu-film a quattro mani con la giornalista Laura Buffoni, mira proprio a descrivere questa esperienza unica e travolgente. Vuole anzitutto raccontare la Ferrante attraverso le sue opere cercando di comprenderne lo stile, di tracciarne un ritratto professionale e privato con lo sguardo dell’indagatore imparziale. L’obiettivo  non è dare un volto a Elena Ferrante, che da sempre vive in un anonimato imperforabile per tutti, tranne che per i suoi libri. Il fine ultimo è piuttosto scavare in questa volontà di non apparire per trovare il cuore del suo lavoro e le ragioni del suo successo. E il risultato coinvolge, trascinando in un mondo tanto geniale quanto enigmatico.
Quello di Ferrante Fever è un viaggio a ritroso tra i personaggi e i luoghi che hanno caratterizzato il lungo lavoro della Ferrante: da New York si torna indietro sino al primo romanzo, L’amore molesto, per proseguire con I giorni dell’abbandono e La figlia oscura e terminare a Napoli, città natale dell’autrice e teatro della già citata tetralogia di L’amica geniale. Una produzione letteraria a cui il film di Durzi dà voce attraverso le tante testimonianze raccolte, da Francesca Marciano (scrittrice e sceneggiatrice), al premio Pulitzer , Elizabeth Strout, passando per Roberto Saviano,  e i registi  Mario Martone e Roberto Faenza, autori dei film tratti da L’amore molesto e i giorni dell’abbandono.

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