Figlie sagge

Ci ho messo secoli a coglierne il senso, ma alla fine ce l’ho fatta, anche se ci sono riuscita soltanto l’altro giorno a Notting Hill, guardando ancora una volta il Sogno, noi due ormai niente più che un paio di vecchie ciabatte rotte con gli occhiali incollati sui loro fantasmi. Solo allora ho compreso una cosa che non avevo ai afferrato in quei giorni, da giovane, prima di vivere nella storia. Da giovane volevo essere effimera, volevo cogliere l’attimo, vivere solo l’istante della gloria, dell’estasi e dell’applauso. Carpe diem. Mangia la pesca. Il domani non viene mai. E invece sì che viene il domani, e quando arriva sembra non finire più, ve lo giuro.

Londra, 23 aprile 1900 e qualcosa, stessa data di nascita di Shakespeare per le gemelle Dora e Nora, stesso destino del Bardo: il teatro. Il mattino del loro settancinquesimo compleanno suonano alla porta della casa dove vivono e un’inaspettato invito le riporta alla loro giovinezza. Da qui in poi è un lungo flashback che ci narra l’adolescenza, la giovinezza e la maturità delle due gemelle: dall’infanzia anticonvenzionale, alla strampalata carriera fino alle manifestazioni degli anni settanta. Tra le due sponde dell’oceano e negli anni è un susseguirsi di episodi comici al limite del grottesco: identità scambiate, fidanzati in prestito, spettacolo improvvisati, feste di famiglia e di tavole imbandite di spregiudicatezza e ironia che cambiano il corso della storia di tutti i commensali. Una bizzarra famiglia allargata, personaggi improbabili dalle alterne fortune e vocazioni, misteriose scomparse e come unica certezza la casa dove sono nate, cresciute e dove ora anziane si preparano per l’ultimo invito.
Un romanzo con un senso dell’umorismo pungente che rivela una grande passione per l’arte, il teatro e Shakespeare e che è un inno alla spensieratezza, al piacere e alla gioia di vivere.

Secondo me nessuno dei due fratelli era fatto per essere un buon marito. Ma non dissi nulla. Da Lady A. molte cose non venivano dette. Non ho mai conosciuto silenzi tanto profondi come quelli dei Lynde, e soprattutto quando erano presenti le due figlie, silenzi in cui il non detto rimaneva sospeso nell’aria, come nebbia che ti entra nei polmoni e ti soffoca.