Il tunnel

Ben presto però si era stancato di tenere viva una conversazione con persone che si erano lasciate alle spalle un’identità e non avevano ancora trovato la forza di costruirsene un’altra.

Zvi Luria è un anziano ingegnere che costruiva strade e tunnel e che ora si trova a costruire un modo per opporsi a un declino mentale inesorabile, certificato da una radiografia e da termini medici nuovi e inequivocabili. Zvi esce dallo studio del neurologo frastornato e inizia immediatamente a pensare a sé stesso come a un altro uomo: dietro di lui un ingegnere dedito ai calcoli e alla famiglia e che ha sempre tenuto a distanza i colleghi di lavoro e le loro vicende personali e ora davanti a lui un uomo anziano, insicuro della propria memoria, che deve iniziare a pensare di non poter fare più affidamento su di sé. Incombe il timore della dimenticanza degli affetti, dei codici di sicurezza, delle strade intorno a casa e di tutto il passato di una vita intera. Zvi si pone domande che restano senza risposta: l’unica soluzione per non perdere il telefono è averne due e per non dimenticare i codici di accensione dell’automobile, la soluzione è farsi tatuare i numeri sul braccio destro. Sarà la costruzione di un tunnel a portare Zvi nella realtà israeliana e palestinese aprendo uno squarcio sulla condizione dei palestinesi. Il tunnel svela a Zvi un mondo sconosciuto, una realtà di guerra e di negazione dell’identità umana, come racconta sottovoce la giovane Hanadi. Un assurdo paradosso: la cecità cosciente del passato e la sensibilità del declino mentale che porta a vedere.
Una vicenda intima e privata che s’intreccia il declino fisico di un uomo alla politica e alle vicende di Israele e del popolo Palestinese.

Doveva rinunciare a guidare di propria iniziativa, senza aspettare l’intervento di un assennato agente di polizia. Anche se fa male abbandonare il sedile del conducente, riconoscere la verità può talvolta attenuare il dolore. Luria guarda di nuovo il cielo. Nuvole veleggiano lente dal mare senza scaricare pioggia, rendendo solo più scura la notte.

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