Indonesia ecc.

Nelle isole minori dell’Indonesia orientale, le persone hanno un rapporto molto intimo con le navi. Cherosene, uova, riso, zucchero: tutto arriva su grandi navi merci, la cui frequenza determina il costo di questi prodotti sul mercato. I traghetti offrono una via di fuga verso il mondo esterno. Ci sono scomodi, lenti traghetti a fondo piatto, adatti al trasporto delle auto, per viaggi tra le isole di ventiquattr’ore o meno. I grandi traghetti passeggeri gestiti dall’azienda statale Pelni navigano da un capo all’altro dell’arcipelago su rotte un tempo stabilite dai piroscafi olandesi.

Indonesia è il racconto di un’avventura lunga 20.000 chilometri attraverso un arcipelago di circa 17.508 isole, stando ai dati recensiti dal governo, e con una popolazione di 270 milioni di abitanti. Li’Indonesia si compone di svariati gruppi etnici, linguistici e religiosi. Quello giavanese è il più numeroso e dominante. Come stato unitario e nazione, l’Indonesia ha sviluppato un’identità condivisa basata su una lingua nazionale, una diversità etnica e un pluralismo religioso all’interno di una popolazione a maggioranza musulmana e una storia di colonialismo e di ribellione a esso.
L’Indonesia è un paese ricco di contrasti e l’autrice ne sottolinea la specificità attraverso viaggi impossibili su autobus chiassosi e traballanti, aneddoti personali, incontri lungo i moli o i villaggi al fine di rendere il racconto della sua straordinaria avventura divertente e suggestiva.
E cosi accolta in casa da contadini, poliziotti, pescatori e insegnanti Elizabeth Pisani ci porta alla scoperta di un paese straordinario, ricco di contraddizioni e problemi, dove le persone sono estremamente accoglienti e gentili e prive di pregiudizi.
L’autrice è un’esploratrice, un’analista, un’epidemiologa e una scrittrice e ha la rara dote di comunicare emozioni senza essere mai banale, concentrandosi sull’interazione tra scienza, politica e cultura.
Il libro è letteralmente un’ impresa spettacolare.

Il clan è un’entità reale e concreta, costituita d alegami di sangue che sono meticolosamente ricordati. E’ importante soprattutto in quest’era di microdemocrazia, in cui le “grandi famiglie” sono in grado di fornire abbastanza voti per un seggio nel parlamento distrettuale. Ma il clan ha anche un senso metaforico, come rete di persone legate non dal sangue, ma dalla geografia, dalla scuola, dall’appartenenza a una gang, al lavoro.