La notte ha cambiato rumore

la notte ha cambiato rumoreUna macchina da scrivere ha sconvolto il mio destino.

Dalla Spagna al Marocco, dal Marocco alla Spagna, da Madrid a Lisbona, dalla guerra civile spagnola al secondo conflitto mondiale. La storia di Sira Quiroga attraversa la storia e le geografie. Costretta dall’ improvviso della vita a cambiare, crescere, modificarsi, inventarsi: da sarta presso un laboratorio a Madrid alla precipitosa partenza per Tangeri. Da Tangeri a Tetuàn dove grazie all’ aiuto di personaggi improbabili, riesce ad aprire un atelier nel protettorato spagnolo del Marocco e a mantenere la promessa di saldare un debito. Sarà l’ incontro con Rosalinde Fox,  una donna inglese dal passato cosmopolita e misterioso, a modificare nuovamente il corso della sua vita: le donne che frequentano il suo atelier sono donne importanti, mogli di ambasciatori e politici e tra una prova e l’ altra, parlano e raccontano dettagli molto importanti. Queste preziose informazioni modificano nuovamente la vita di Sira, che vola a Madrid con un passaporto marocchino: un nuovo nome: Arish Agoriuq  e un nuovo incarico come agente speciale per il governo inglese. La fiducia riposta in lei da Rosalinde è la sua possibilità di riscatto, nel suo atelier convergono donne inglesi, spagnole e tedesche e molte informazioni. Scritto con dovizia di particolari  storici e di personaggi realmente esistiti, come Juan Luis Beigbeder, il ministro degli esteri del regime franchista o come il Capitano Alan Hillgarth membro dei servizi segreti inglesi, il romanzo non diventa mai saggio storico politico. L’ autrice ci conduce nel mondo della diplomazia e nel dietro le quinte di accordi e relazioni che hanno avuto  ruoli decisivi sia nel regime instaurato da Franco nel 1939  che nel secondo conflitto mondiale.

Forse era questo il nostro destino, o forse era un altro, totalmente diverso, perché quello che è stato di noi non compare da nessuna parte. Forse non siamo neanche mai esistiti. O forse sì, ma nessuno si è accorto della nostra presenza. In fin dei conti, siamo sempre stati ai margini della storia, attivamente invisibili in quel tempo vissuto tra le cuciture.

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