La ragazza con la leica

La ragazza con la LeicaGerda non sembrava mai preoccupata. Quando a Lipsia raccontava delle sue trasferte a Berlino, dove gli scontri erano all’ordine del giorno, o quando a Parigi annunciava  che sarebbe partita da sola per la Spagna, gli altri – persino Capa – si profondevano in raccomandazioni. ” Tranquilli!” ridacchiava benevola. E se scappava detto “Gerda, non è un gioco”, si arrabbiava terribilmente.

1 agosto 1937,una sfilata di bandiere rosse attraversa Parigi in onore di Gerda Taro, la prima fotografa caduta sul campo di battaglia in Spagna. Quel giorno Gerda avrebbe compiuto ventisette anni. Una vita intensa, che ha attraversato tutta l’Europa: dalla Polonia alla Germania, da Parigi all’Italia per terminare tragicamente in Spagna con Robert Capa e una Leica al collo. Vicino a Robert Capa tutti gli amici di Gerda: Ruth Cerf, l’amica di Lipsia, Willy Chardack amico di lunga data e innamorato di Gerda e Georg Kurizkes impegnato a combattere nelle Brigate Intenazionali. Tre amici che sono le tre voci del romanzo. Ognuno di loro racconta Gerda in maniera inedita e attraverso piccoli episodi di vita quotidiana si ricostruisce la vita di Gerda, gli anni a LIpsia, a Berlino e a Parigi, i rapporti in famiglia e con gli amici, la passione per la vita, i balli e i divertimenti, ma sempre saldamente ancora alla realtà degli anni Trenta con la grande Depressione, l’ascesa del fascismo e l’ostilità crescente verso i giovani ebrei di sinistra come loro. E così Gerda tra una festa e un tocco di rossetto, conosce la prigionia, la paura e l’esilio. Gerda rimane per tutti una personalità forte, dall’immensa voglia di vivere e da una sete di libertà contagiosa. Gerda, che non esita ad andare in Spagna, con Robert Capa, per dovere e con la leggerezza tipica dei ventenni, perché tutto sembrava possibile in quel momento. Un romanzo intenso che racconta una generazione di ragazzi prodigiosi e liberi. Uno scintillio di passioni che il romanzo di Janeczek riesce a riprodurre perfettamente riscattando dall’oblio il volto di una donna, la ragazza con la Leica, la fotografa avventurosa e ribelle e pioniera del fotogiornalismo: Gerda Taro.

Mente e memoria sono una cosa unica, l’integrità della memoria fonda l’integrità di ogni essere umano, anche tra i nomadi ( e lui non era forse un nomade?), non è una prerogativa dell’interiorità borghese custodire i ricordi.

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