Le cose che restano

Le cose che restano31 dicembre: primi umani.
Siamo gli unici animali che hanno deciso di lasciare una documentazione della propria storia e gli unici ad aver concepito uno strumento con cui concluderla. Sul calendario cosmico facciamo la nostra comparsa solo prima di capodanno.

Una madre tra le nuvole, ai limiti della pazzia e un padre rigoroso, ai limiti del maniacale: questa è la famiglia di Grace, una bambina di otto anni. La madre è una biologa appassionata di fiabe e volatili che crea un calendario cosmico ad hoc per Grace. Il padre crede solo nelle scienze esatte e litiga con la madre di Grace. La bambina in mezzo a loro cresce, confusa divertendosi e soffrendo. Le storie della madre sono affascinanti e irreali, la casa di bambola costruita dal padre una meraviglia. la separazione dei genitori diventa un nuovo gioco di fughe rocambolesche che porta Grace e la madre a New Orleans dove vivono di fantastiche avventure e di stenti. Solo l’intuito di Grace le salverà dal viaggio fiabesco e drammatico. Una lettura intensa in continua tensione per le mosse imprevedibili della madre, sempre sul filo della follia. Una bambina alla prese con l’aggrovigliato mondo dei genitori, dove fantasia e menzogna si mescolano creando un’apparenza di vita irreale, che impedisce a Grace di vivere come una qualunque bambina di otto anni.

A New Orleans c’è sempre una parata, disse mia madre. Il giorno del nostro arrivo ce n’era una davanti al mercato dei contadini. Una donna vestita da pomodoro che ballava con un uomo fagiolino verde. Verdure che andavano in giro per le strade a spaccare zucche. Tutti avevano spighe di grano nei capelli.

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