Noi, i salvati

Addirittura quasi tutti i profughi europei si rifiutano di rivolgere la parola agli africani, cosa che Addy trova assurda: in fin dei conti è proprio il razzismo – ossia la radice stessa dell’ideologia nazista – il motivo per cui sono fuggiti dall’Europa. Quando Eliska gli ha chiesto perché sentisse il bisogno di mescolarsi con la gente del posto, lui ha replicato: ” Perché no? Sono persone come noi. E poi è così che si conosce davvero un luogo: parlando con chi ci abita.

Settembre 1939, i meccanismi che porteranno allo sterminio di milioni di ebrei iniziano, lentamente, a muoversi. La famiglia Kurc vive da sempre a Radom e  la Polonia non è più sicura per una famiglia di ebrei. I fratelli Kurc hanno cercato fino all’ultimo di resistere: Addy aggrappandosi alla musica, Mila occupandosi della figlia, Genek concentrandosi sul lavoro, JaKob rifugiandosi nei sogni e Halina nascondendo la paura dietro la ribellione. Nechuma e Sol sono gli unici ancorati alla realtà. Poi la realtà irrompe nella piccola cittadina Radom e i giorni diventano la terribile storia di ghetti, di trasferimenti forzati, di sacrifici assurdi, di giorni in cui si respira solo morte. Addy da Tolosa fugge in Brasile, perdendo completamente i contatti con i genitori e i fratelli. Genek e Herta si ritrovano, senza nemmeno cambiare abitazione nella Polonia Sovietica , vengono prima deportati in Siberia e poi liberati e attraversando mezzo mondo approdano in Israele. Halina ha una nuova falsa identità ariana che le permette di vivere in piena vista .cercando di proteggere se stessa e i suoi familiari con ogni mezzo e ogni scorciatoia, mentre il suo compagno Adam diventerà una delle voci più potenti della Resistenza. I fratelli Kurc si adattano a questa nuova esistenza di clandestini con coraggio e con la forza della disperazione, affrontando la fame, il freddo, la solitudine e le persecuzioni.
Ispirato alla storia vera della famiglia dell’autrice, I Salvati ci conduce dai jazz club di Parigi a Radom, dalle prigioni di Cracovia al ghetto di Lodz, da Casablanca ai gulag in Siberia, da Tel Aviv a Montecassino, dalla stazione di Bari a Rio de Janeiro. Le geografie della famiglia Kurc sono la storia della seconda guerra mondiale, così come ogni capitolo è un piccolo resoconto storico che colloca i personaggi direttamente nelle Storia. Attraverso gli occhi di questa famiglia divisa e lacerata nel profondo riviviamo gli orrori più  della seconda metà del secolo scorso, perché dimenticare è impossibile e non ricordare sarebbe troppo grave.
Intensa e doverosa lettura.

Gli sguardi si concentrano su Nechuma, che annuisce, lancia un’occhiata al marito e poi riprende a osservare la mappa. ” Sono d’accordo. Dovremmo andarcene.” Queste parole le pesano sui polmoni, la lasciano senza fiato. Non avrebbe mai creduto di pronunciare una frase del genere. D’altronde, solo sei anni fa, sembrava assurda anche l’intenzione di Hitler di cancellare il popolo ebraico dal continente. Nessuno pensava che un piano tanto disumano venisse messo in pratica. Ma ora si sa. Ci sono i giornale, le fotografie, i conteggi. Non si può ignorare ciò di cui è capace il nemico. ” Io credo che sia la cosa migliore” aggiunge Nechuma. Deglutisce.

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