Operazione Spose di guerra

Spose di guerraJohn Babi, ex combattente dell’ esercito degli Stati Uniti, corse affannosamente al molo di New York, ieri l’ altro e gittò le braccia al collo di un’ attraente ragazza italiana… Si apprese da John che aveva conosciuto Vita a Palermo, quando gli alleati liberarono la città, e che si innamorarono a prima vista. Con orgoglio, John diceva d’ essere stato lui il primo soldato americano a sposare una signorina italiana. Le loro nozze avvennero nel novembre 1943

Operazione Spose di guerra, storie d’ amore e di emigrazione è un saggio che descrive dettagliatamente le unioni tra soldati americani e giovani donne italiane, nel contesto di un fenomeno che coinvolto tutta l’ Europa. Lo studio dell’ autrice analizza  uno spaccato sociale dell’ Italia all’ indomani dello sbarco dello truppe alleate dalla Sicilia lungo lo stivale: un paese distrutto fisicamente ed emotivamente. Si valuta che siamo dieci mila le giovani donne che nel mondo hanno sposato un militare americano, senza alcuna distinzione di classe sociale e/o ranghi militari. Un fenomeno di tale portata, che costrinse il governo di Washington a studiare una soluzione per il loro ingresso negli Stati Uniti e a promulgare a fine conflitto il War Brides Act. L’ autrice ricostruisce, attraverso testimonianze dirette le storie d’ amore e le difficili procedure di autorizzazione che i giovani dovevano affrontare per celebrare il matrimonio.  Ci sono storie di ” Sposo di guerra” e di  ” War Fiancées,” di unioni interrazziali e di matrimoni con prigionieri di guerra detenuti nei campi nel territorio statunitense. I capitoli proseguono descrivendo la logistica pre – imbarco e le difficili traversate su navi riconvertite al trasporto passeggeri, l’ arrivo al porto di New York e i lunghi viaggi in treno per raggiungere le altre destinazioni finali. Si calcola che furono seicento i  bambini italiani  che attraversarono l’ oceano con le loro madri per conoscere e raggiungere i loro padri. Ci sono storie a lieto fine e storie che terminano dopo poco lo sbarco, storie di difficoltà e di riscatto, di successo e integrazione; comune denominatore di tutte la nostalgia e la distanza da casa in tempi in cui una telefonata andava prenotata con settimane di anticipo, per ascoltare per pochi minuti la voce dei familiari lontani.

Mentre la statua della libertà diventava sempre più imponente all’ orizzonte, era interessante ascoltare i discorsi delle spose che rimanevano sveglie fino a tardi, sul ponte, a contemplare il profilo della bronzea signora e le luci della città che le stava per accogliere: il dubbio si mischiava alla paura e all’ entusiasmo.

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