Questo bacio vada al mondo intero

questo bacio vada al mondo interoQuelli che lo videro ammutolirono. Su Church Street. Liberty. Cortlandt. West Street. Fulton. Vesey. Un silenzio intento ad ascoltarsi, solenne e bellissimo. Alcuni in un primo momento pensarono a un’ illusione ottica, a un effetto atmosferico o a un calare dell’ ombra.Altri lo presero per il classico scherzo metropolitano…Qualcuno stava in piedi lassù sul margine del palazzo, un’ ombra scura contro il grigio del mattino.

New York 7 agosto 1974, un cavo tra le Torri Gemelli al 110 piano e un uomo che passeggia sul vuoto, senza appigli e senza reti di protezione. Sotto di lui la città, le persone, come lui sospese in quotidiani gesti di amore e dolore, in precario equilibrio sul filo della vita, tra speranze e sensi di colpa, sogni e paura. C’è la storia di un monaco di strada, iniziata in Irlanda, che si intreccia con quella delle prostitute del Bronx e una coppia in fuga della città e dalle sostanze stupefacenti, al capolinea del loro rapporto. Ci sono un gruppo di donne che hanno perso i figli in Vietnam e due prostitute, madre e figlia sul marciapiede. Un giudice con un dolore e tante delusioni, una donna di colore che ha perduto sogni e famiglia. Vite sottilmente legate che quel giorno di agosto vengono unite dalla fatalità, come se la camminata tra le due torri di Philippe Petit servisse loro da anello di congiunzione, con dinamiche che solo il destino sa compiere. Grande protagonista la città di New York, approdo di sogni e illusioni. Una metropoli sospesa in un fragile equilibrio di paura e ambizione, fallimenti e delusioni, ma allo stesso tempo profonda e sublime, capace di grandi gesti di perdono e di meraviglia.

La sola cosa per cui valeva la pena intristirsi era sapere che a volte in questa vita c’è più bellezza di quanta il mondo possa reggerne.

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