Rolling Stones

Foto 1 Rolling Stones1

Fin dall’ annuncio del concerto dei Rolling Stones a Roma, mi sono detto che un concerto come questo non potevo perderlo. Un concerto che si preannunciava unico, che avrebbe coronato il cinquantaduesimo anno sul palco di Mick Jagger e Keith Richards; probabilmente l’ ultimo tour  del gruppo più innovativo e rivoluzionario degli ultimi cinquantanni anni.
Nonostante la promessa che mi ero fatto, non avevo ancora il biglietto in mano e preso da sconforto ho iniziato a darmi da fare per cercarne uno, e come se il destino lo avesse voluto sono riuscito a trovarlo.
La mattina di domenica 22 giugno mi sono precipitato al botteghino per ritirare il biglietto e già nell’aria si avvertiva quello spirito di follia che avrebbe accompagnato il concerto. C’erano già tutti, soprattutto quelli che per paura di essere troppo distanti dal palco erano già pronti per un’infinita maratona. Ed eccomi al Circo Massimo, che meraviglia! Il miglior luogo per celebrare un momento storico come questo, un posto che al calar del sole s’infuoca all’orizzonte e accende gli animi di chi lo osserva fin dai tempi antichi.
Appena strappato il biglietto, mi sono diretto rapidamente verso il palco, o almeno così avrei voluto. Ero circondato da gente seduta ovunque e mi sono ritrovato a dover usare astuzia e ingegno per escogitare un percorso che mi permettesse di arrivare il più vicino possibile, come se il concerto non avesse avuto alcun valore senza un contatto diretto con i Rolling Stones. Dopo circa un’ora e mezzo di sgomitate, di scene imbarazzanti/vergognose e di scuse lanciate al vento sono riuscito a raggiungere le transenne del palco, felice ed orgoglioso. Mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo: il rock agli albori e la società dei ribelli aveva appena incominciato il suo percorso, eppure non era così. Ero al Circo Massimo nel 2014 dopo più di cinquantanni di storia del rock.
Finalmente, ecco le prime note del chitarrista John Mayer con l’ aria da teen ager dal cuore infranto. E poi un’ esplosione.  Nessuno è riuscito a trattenere l’ entusiasmo mentre un’ ondata di  musica ci travolgeva. Eccoli! Suoni e parole  racchiudevano le esperienze di un’ intera generazione, colonna sonora di momenti fantastici e tragici. Un ascolto indimenticabile, che ci ha fatto sentire e essere tutti fratelli, uniti dalla magia del momento.
Emozioni e sensazioni  hanno cancellato la stanchezza e gli sconvenienti del concerto. I Rolling Stones alla soglia dei settant’anni sono ancora in grado di scatenare le folle. Sono unici, inimitabili, mostruosi e soprattutto indistruttibili: tre ore di concerto senza aver mai la tentazione di abbassare lo sguardo.
Durante l’esibizione ho posto molta attenzione al comportamento dei componenti della band sia nei confronti del pubblico che tra loro stessi e per un momento ho come intravisto un fantastico gioco di ruoli che solo i grandi maestri sanno gestire: uno scambio di sguardi, di sorrisi, di gesti e intrighi animati da una lunga intesa e da un lontano legame.
Il palco era maestoso, animato da coreografie e giochi di luce; i grandi schermi posti ai lati del palco non hanno mai spostato l’inquadratura dai protagonisti, rendendo tutto molto irreale, direi fiabesco. E’ difficile poter esprimere a parole le emozioni e le sensazioni che ho provato. Dentro di me è passato un incredibile flusso di energia, qualcosa di inspiegabile e irripetibile. Nonostante tutto il tempo passato  i Rolling Stones continuano a lasciare il segno, attimo per attimo, nota dopo nota.
Un concerto che ha lasciato un segno indelebile a Roma, che nonostante la sua magnificenza e il suo antico potere ribelle, rimane ancora chiusa in un bocciolo.
Giacomo Tropea.
Giacomo Tropea è un giovane musicista.

Foto 2 Rolling Stones

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.