Scorpion dance

Scorpion dancePer cambiare argomento ti parlo dell’ Atara, il caffè della mia infanzia in Ben Yehuda Street, dove le anziane cameriere dalle caviglie gonfie chiacchieravano in tedesco con i clienti abituali. Ricordo che una volta Johanna aveva ordinato per me una fetta di strudel con del gelato alla vaniglia. Ti si illuminano gli occhi. Ti torna in mente il tuo libro preferito, Michael mio di Amos Oz, in cui viene nominato il caffè Atara: è il luogo dove sedevano Hannah e Michael.

Orion, la nonna Johanna e la madre vedova che emigra in Australia.Tre personaggi intrinsecamente legati alla Storia e alla Geografia. Johanna è una donna che dopo gli orrori della seconda guerra mondiale lascia la Germania e si trasferisce in Israele, a Gerusalemme. Orion è nato dopo aver perso il padre nella guerra dei Sei Giorni. Aviva, la madre di Orion è una giovane donna vedova che non sopporta il peso delpassato e lutto e si trasferisce per amore in Australia dove diventa Abbey. In continui movimenti tra passato e presente, Orion racconta la storia della sua infanzia e dell’adolescenza, degli anni della scuola e del giorno in cui si è trasferito da Johanna dopo la partenza della madre. Prima ragazzo e poi giovane uomo che realizza il desiderio di Johanna di leggere i libri bruciati dal rogo dei nazisti la sera del 10 maggio 1933.  Orion e Falada, un vecchio camioncino dei gelati, trasformato in libreria ambulante, percorrono le strade di Israele alla ricerca di nuovi lettori. Un desiderio realizzato che si contrappone alla promessa di non andare mai in Germania: verboten, diceva Johanna. Ma l’ incontro con la sua Basherte, una giovane donna tedesca, ribalta tutte le sicurezze di Orion. Con una scrittura intensa, delicata e carica di emozioni tattili, visive e olfattive, l’ autrice ci porta a conoscere il dolore di coloro che sono sopravvissuti alla Shoah e le domande senza risposta di coloro che sono nati subito dopo la Shoah. Tra Orion e Johanna il desiderio di ricordare e la necessità di dimenticare, mentre la memoria si intreccia all’identità di entrambi. Intorno a loro Gerusalemme, maestosa, magnifica e crudele. Finale in leggerezza. Ottima la traduzione di Silvia Castoldi.

Migliaia di momenti, movimenti, respiri, storie e gesti che mi hanno reso ciò che sono.

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