Tre figlie di Eva

Si era portata dietro alcuni dei suoi libri preferiti, alcuni in turco altri in inglese: La Civetta cieca di Sadagh Hedayat, Il sogno di mia madre di Alice Munro, Denti bianchi di zadie Smith, Le ore di Michael Cunningham, Il Dio delle piccole cose di Arundhaty Roy, Storia naturale della distruzione di W.G. Sebald, Tutunamayanlar di Ouz Atay, Le città invisibili di Italo Calvino e Un artista del mondo effimero di Kazuo Ishiguro.
“Perché leggi sempre autori occidentali?” le aveva chiesto l’unico ragazzo che avesse mai avuto…In molte parti del mondo ognuno era quello che diceva, quello che faceva e anche quello che leggeva; mentre in Turchia, come in tutti i paesi tormentati da problemi di identità, ciascuno era prima di tutto ciò che rifiutava.

Peri vive a Istanbul,è una donna con un marito e tre figli. Vive una tranquilla viva borghese, al riparo dalle insidie del mondo esterno. Un giorno viene scippata per strada e la breve collutazione con il rapinatore e le sue due giovani complici apre uno squarcio nella vita di Peri. Tutto inizia con una fotografia dei tempi dell’università ad Oxford che scivola dalla borsa e da quel momento a Peri importa di più salvare la fotografia che tutto il resto. La fotografia ritrae quattro volti: un uomo e tre giovani ragazze: Shirin, bellissima iraniana, atea e volitiva, Mona americana di origini egiziane, musulmana osservante e fondatrice di un gruppo di musulmane femministe e poi Peri, cresciuta tra il laico secolarismo paterno e la devota religiosità della madre. L’uomo è Azur, il docente di Oxford di cui tutti si innamorano. Attraverso continui flashback si ricompone la storia di Peri e dell’esperienza a Oxford. Il passato si mescola al presente in un’elegante cena in una villa a Istanbul, qui Peri, tra una portata e l’altra rivive gli anni di dell’adolescenze e quelli trascorsi a Oxford, interrotti bruscamente dall’inevitabile che accade senza alcuna reazione. Quell’incapacità di reagire interrompe gli studi di Peri e in un certo qual modo ne interrompe la formazione e l’identità.
Un romanzo intenso sull’amicizia, la politica e il potere della diversità. Finale tragicomico perfetto.

Noi. Una parola che è un sospiro, così minuscola e così immensa.

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