Una luce quando è ancora notte

una-luce-quando-e-ancora-notteA poco a poco nei sogni si fa strada il campo di concentramento. Di notte scorrono le immagini del giorno, quindi il giorno viene vissuto due volte, e ogni giornata nuova è uguale alla precedente. Il campo è la perdita di ogni nozione del tempo, delle sue scansioni nel mondo esterno, fuori da quei confini, il campo è una giornata senza fine che dura tutta la notte e tutti i giorni che verranno, una lunga giornata senza interruzioni infettata di morte.

Mila, è una giovane ventenne militante nella resistenza francese che viene deportata a Ravensbrueck nell’ aprile del 1944. La vita di Mila è scandita dai tempi del campo: l’ appello all’ alba nella piazza del lager, il duro lavoro, l’ appello notturno,l’ arrivo dei convogli, le ore di sonno e di gelo, le attese alla Waschraum e le file per un pezzo di pane e una brodaglia come unico pasto. Con una scrittura limpida ed essenziale l’ autrice ci fa sentire i crampi della fame, la debolezza e l’ ansia di Mila per il bambino che porta in grembo: una luce dallo squallore del campo. Ed è questa la forza di Mila, questo aggrapparsi alla vita nonostante la morte. Grazie alla solidarietà delle altre donne Mila riuscirà a partorire e a trovare nella Kinderzimmer un luogo di vita oltre la morte del campo, anche se si tratta di un luogo senza pietà: tutti i bambini sono destinati a morire entro i tre mesi per assenza di latte, di gelo e morsicati dai topi. Nonostante tutto l’ orrore, ci sono pagine di commovente solidarietà tra le donne: la loro forza, il loro coraggio e la loro dolcezza sono essenziali a MIla per uscire dal lager. Un testo terribile, doloroso, atroce nella sua precisione e nella sua verità. Dolorosamente necessario per non dimenticare.

Erano mille anni fa  rue Daguerre, la casa dall’odore di legno tagliato, il vecchio pianoforte, il negozio di musica, il ristorante La Fauvette e gli avanzi di mousse di fegato che Mathieu si portava via a a fine lavoro. Mille anni la sedia a rotelle cigolante, mille anni i piatti decorati a fiori, mille anni i pizzi all’ uncinetto regalati dalla zia Mantes. Eppure, identico il lavoro di esseri umani, da una parte e dall’altra della linea di frattura, gli spazi e i tempi concentrati in un unico compito: non morire prima della morte. Vivere, si dice.

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